…E tanti auguri a chi se li merita!

Editoriale del numero di Dicembre 2018


di Antonio Ruggieri

Il 15 dicembre, Campobasso ha dedicato una strada al musicista Lino Tabasso (Guardia Sanfromondi (Bn) 1896 – Roma 1984), che con la sua attività artistica ha segnato in profondità la vita culturale del capoluogo molisano negli anni trenta.

Suo figlio Giuseppe, giornalista, amico fraterno di Gaetano Scardocchia e di Federico Orlando, collabora generosamente al nostro progetto culturale fin dal suo esordio, più o meno da vent’anni.
Di “Peppino” (come lo chiamiamo da sempre con familiarità) ci capita sovente di non condividere le posizioni politiche, ma ne accogliamo entusiasticamente e con riconoscenza il contributo prezioso, orientato senza cedimenti da onestà intellettuale e da amore sviscerato per il suo Molise, anche quando prende le distanze da alcune nostre posizioni e frequentazioni, per lui troppo radicali.

Oltre che con “Moliseskine”, la rubrica fissa che tiene con regolarità su il Bene Comune, per questo numero di fine anno egli ha contribuito con due ulteriori interventi, esclusivi e di prestigio.
In linea con quello che negli anni abbiamo scritto e fatto per sostenere l’impegno di Mimmo Lucano, sindaco di Riace che è stato capace di rivitalizzare e ripopolare il suo piccolo comune abbandonato tramite un ambizioso e difficile progetto d’accoglienza di persone migranti, ci ha segnalato un’esperienza in atto a Boiano, che si muove nella stessa prospettiva.
Insieme ad alcuni giovani boianesi che hanno messo a disposizione un terreno agricolo da coltivare per la produzione di ortaggi, persone migranti del CAS (Centro di Assistenza Straordinaria) Eden HR hanno dato vita alla cooperativa Hayet (in arabo significa “vita”), che ha anche messo in opera un laboratorio di falegnameria poggiato sulla competenza di Ousmane Ndione, un giovane senegalese che nel suo paese faceva per l’appunto il falegname; a questa entusiasmante e civilissima esperienza, sulla scorta del suo impegno da mediatore culturale partecipa Fabrizio Russo, attore con “Teatri molisani” e cantante della “Riserva MOAC”, il quale ci ha raccontato dall’interno e doviziosamente l’esperienza in corso della cooperativa Hayet.
Ancora frutto della preziosa collaborazione di Peppino Tabasso è l’inserto fotografico che pubblichiamo nel cuore di questo numero di dicembre e l’immagine che ne illustra la copertina.
Sono fotografie che Marina Franci, fotografa milanese figlia di Paola Foà, fotografa a sua volta che ha collaborato con Alberto Lattuada e ha fotografato l’opera di alcuni fra i più importanti scultori del Novecento, ha scattato nel Molise nei primi anni degli anni ‘90, d’inverno, quando venne a far visita alla sua tata Wanda che era tornata nella nostra regione, dalle sorelle, dopo la morte del marito in Lombardia.

Le fotografie, scattate in epoca analogica (quando si usavano ancora i rullini e poi si trasferivano le immagini su carta), a cura della stessa Marina Franci sono state riprodotte in formate digitale, nella versione che abbiamo il privilegio e il piacere di proporre ai nostri lettori.

Il numero di dicembre che avete fra le mani è natalizio, festivo e auspicioso, anche se alla nostra maniera, quella di chi il mondo vuole contribuire a cambiarlo mentre lo racconta.
Esiste un’ideologia della festa infingarda e mistificatrice, assolutoria e neutrale, che obnubila la verità, lo stato delle cose, coi pannicelli caldi di celebrazioni insidiate sempre più dall’interno da un consumismo che mortifica e avvilisce.

Il brindisi che noi ci sentiamo di pronunciare è una dichiarazione di parte; che sta con gli ultimi e con gli sfruttati, con i lavoratori che presidiano la loro fabbrica in chiusura, con quelli in cassa integrazione, con i contadini che accudiscono la terra arricchendola senza sosta e con gli studenti che lottano affinché la scuola sia di qualità e aperta a tutti; con i volontari di ogni sigla e formazione.

Con tutti quelli che, con gesti piccoli o grandi, coltivano e rafforzano lo Spirito Pubblico di cui abbiamo necessità ormai emergenziale.

… E tanti auguri ma non a tutti, solo a chi se li merita!

Antonio Ruggieri75 Posts

Nato a Ferrazzano (CB) nel 1954. E’ giornalista professionista. Ha collaborato con la rete RAI del Molise. Ha coordinato la riedizione di “Viaggio in Molise” di Francesco Jovine, firmando la post—fazione dell’opera. Ha organizzato e diretto D.I.N.A. (digital is not analog), un festival internazionale dell’attivismo informatico che ha coinvolto le esperienze più interessanti dell’attivismo informatico internazionale (2002). Nel 2004, ha ideato e diretto un progetto che ha portato alla realizzazione della prima “radio on line” d’istituto; il progetto si è aggiudicato il primo premio del prestigioso concorso “centoscuole” indetto dalla Fondazione San Paolo di Torino. Ha ideato e diretto quattro edizioni dello SMOC (salone molisano della comunicazione), dal 2007 al 2011. Dal 2005 al 2009 ha diretto il quotidiano telematico Megachip.info fondato da Giulietto Chiesa. E’ stato Direttore responsabile di Cometa, trimestrale di critica della comunicazione (2009—2010). E’ Direttore responsabile del mensile culturale “il Bene Comune”, senza soluzione di continuità, dall’esordio della rivista (ottobre 2001) fino ad oggi. BIBLIOGRAFIA Il Male rosa, libro d’arte in serigrafia, (1980); Cafoni e galantuomini nel Molise fra brigantaggio e questione meridionale, edizioni Il Rinoceronte (1984); Molise contro Molise, Nocera editore (1997); I giovani e il capardozio, Nocera editore (2001).

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