La  Rivoluzione francese è un fenomeno di carattere sociale e culturale che a partire dalla seconda metà del 18° secolo investe la società francese nei suoi diversi ambiti: politico, economico, sociale e culturale.

In tale contesto si assiste alla formazione di una nuova classe sociale: la borghesia imprenditoriale e quella intellettuale rappresentata da gruppi sociali (commercianti, imprenditori, artigiani, filosofi e scrittori), il cui scopo sarà quello di elaborare un nuovo modo di agire sociale fondato sulla libertà e sul merito individuale.

Tale concezione intende contrapporsi al sistema feudale che caratterizzava l’Aristocrazia feudale composta da proprietari terrieri, clero e nobiltà.

Lo scenario sociale francese si presenta caratterizzato da un sistema di rapporti socio-politici segnato da una conflittualità di idee, infatti la crisi economica che vede i ceti popolari contadini e le classi lavoratrici operaie vivere nel disagio e nella povertà, contribuisce ad alimentare la dialettica politica per realizzare il cambiamento.

Inoltre, proprio a seguito dell’azione posta in essere dal sistema aristocratico basato sui privilegi di nascita e di status, in cui è possibile evidenziare un maggiore sfruttamento sulle classi popolari, si apre la prospettiva di una nuovo movimento politico, cosciente delle proprie condizioni, pronto ad avviare un’azione per promuovere le idee di libertà, uguaglianza e di sovranità popolare pronto a destabilizzare il sistema feudale.