Nuovi progetti di politica attiva del lavoro

Il confronto politico che si è tenuto tra ministero del lavoro, rappresentanze sindacali e confindustria sulla ripresa dell’occupazione in Italia, rappresenta una condizione di fondamentale importanza per lo sviluppo sociale, dove in modo particolare, in questo dibattito si afferma l’esigenza di porre in essere delle riforme relative alle politiche attive del lavoro.

La disoccupazione, il precariato sociale e l’elevato numero di persone che rientrano in una fascia di età che va dai 25 ai 45 anni che sono in cerca di una prima occupazione già da molto tempo, rivelano una condizione di instabilità del mercato del lavoro, contesto nel quale si assiste ad una oggettiva difficoltà di stabilire un reciproco accordo di interessi tra le richieste dei lavoratori e le esigenze delle imprese, per tale motivo un ripensamento delle politiche attive del lavoro costituisce un passo importante per migliorare le opportunità di lavoro.

Le politiche attive del lavoro rappresentano uno strumento di inserimento lavorativo che necessita di un rafforzamento di carattere territoriale, infatti è nei rapporti di collaborazione tra i diversi soggetti istituzionali che operano sul territorio e che hanno competenze in materia, che va ridefinita la linea progettuale da seguire per agire nel concreto e creare occupazione e stabilità sociale.

Dal dibattito nasce l’idea che una delle azioni principali da elaborare in un sistema territoriale consiste nel fatto di stabilire una comunicazione più efficiente ed efficace tra gli attori che agiscono nel mondo del lavoro, le agenzie del lavoro, le imprese, le istituzioni locali, ciò significa avviare servizi di orientamento al lavoro più innovativi finalizzati ad offrire agli interessati informazioni sulle offerte di lavoro presenti sul territorio, assistere il lavoratore nella sua ricerca attiva di un tipo di lavoro che possa rispondere alle sue attitudini e alla sua formazione, nonché alle sue esperienze pregresse.

Altro tema importante è dato dalla formazione al lavoro, una condizione indispensabile richiesta dal sistema economico attualmente caratterizzato da un’elevata differenziazione sociale sotto il profilo delle professioni e delle specializzazioni, da tale punto di vista sarebbe utile ridefinire il rapporto tra gli istituti che si occupano di formazione e imprese siano esse pubbliche e private, il che comporta l’acquisizione sia di conoscenze teoriche previste in un percorso formativo, ma anche di competenze pratiche da poter sviluppare grazie a dei progetti di tirocinio pratico-applicativo nell’ambito dei processi produttivi promossi dalle aziende.

La possibilità di promuovere occupazione, mediante delle politiche attive capaci di rispondere ai cambiamenti sociali cha vanno a segnare l’evoluzione del mercato del lavoro che è parte integrante del più ampio e complesso sistema socioeconomico, si inserisce tra gli obiettivi primari di un paese democratico e civile, ed è in questa direzione che si auspica che ci sia una reale volontà politica da parte del governo e di tutti soggetti impegnati sul territorio (istituzioni locali, sindacati e imprese) per compiere azioni di supporto, orientamento e assistenza a favore di chi è alla ricerca di un lavoro.

Gennaro Pignalosa77 Posts

Nato a Torre del Greco nel dicembre 1975. Sociologo di formazione presso l'Università Federico II di Napoli, si è poi specializzato in discipline relative alle politiche e servizi sociali. Si occupa di orientamento universitario presso l'Università del Molise, dove collabora come assistente alla cattedra degli insegnamenti di: Sociologia e Processi di globalizzazione. Dal 2016 collabora con la rivista il Bene Comune. È impegnato in studi e ricerche sull'integrazione sociale, immigrazione e globalizzazione.

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