Breve storia tragica di un transumano del 2025

Riceviamo e pubblichiamo da William Mussini 

di William Mussini

Il signor Bianchi Mario, trentenne obeso e disoccupato, viveva in Italia nell’anno 2025. Trascorreva le sue
giornate tra il divano, il frigo e il suo fedele visore VR360. Abitava in una condominio alla periferia estrema
di Milano, la sua città natale. Le finestre del suo monolocale si affacciavano sulla piazzetta del quartiere
dormitorio dove non passava mai nessuno, a parte qualche immigrato e qualche tossico per appuntamenti
d’affari. La sua vita non era dissimile da quella dei suoi genitori che, cinquant’anni prima, emigrarono dalla
regione d’origine in cerca di fortuna e di un lavoro dignitoso.

Le differenze del suo stile di vita rispetto a quello della generazione che lo mise al mondo, erano
sostanzialmente due: il reddito universale che percepiva mensilmente e che gli permetteva di pagarsi un
affitto con qualche sporadico acquisto di poco conto e, eccezionalmente, la possibilità di vivere in un mondo virtuale, in una second life tutta da inventare e godere grazie all’utilizzo del cosiddetto Metaverso. Con il suo bel visore viveva come avatar una vita parallela edificante, durante la quale faceva sesso con bellissime avatar compiacenti, si muoveva in ambienti super lussuosi ed era fisicamente perfetto, proprio l’opposto di com’era in realtà.

Questo suo svago tecnologico fu inventato, qualche anno prima, da un gruppo di personaggi molto
intelligenti e malvagi, dediti alla ricerca di nuovi metodi per il controllo sociale irreversibile. Il Metaverso, a
detta dei suoi geniali inventori era sostanzialmente: “l’evoluzione di internet, che supporta ambienti virtuali 3D online permanenti: al suo interno, esperienze virtuali globalmente accessibili, contenuti 3D in tempo reale e altri media correlati sono costantemente collegati e consultabili tramite realtà aumentata e virtuale, ma anche attraverso dispositivi come PC o cellulari. Un Web 3.0 immersivo, dove gli utenti si incontrano in spazi virtuali, si rappresentano come avatar e condividono oggetti digitali attraverso le nuove tecnologie”.

L’ignaro ed ingenuo Bianchi Mario si concedeva beatamente alle richieste sempre più invasive del governo
tecnocrate, offrendosi prima come cavia per l’inserimento sotto pelle di un microchip in sostituzione della
moneta contante per i pagamenti, e, in seguito, per farsi inoculare nanoparticelle auto replicanti nel sangue
con un rilascio immediato di farmaci in caso di necessità, mentre era circondato in casa da apparecchiature
ed elettrodomestici tutti interconnessi fra loro.

Nel suo appartamento c’era un frigorifero che comunicando quotidianamente con il sito commerciale di
smistamento vettovaglie, si occupava di ordinare cibi e bevande, a seconda delle necessità, senza che Mario
ne avesse contezza. La sua vita biologica era immersa, controllata e regolata secondo i ritmi e le prerogative
del sistema chiamato internet delle cose. “L’Internet delle cose, in inglese chiamato Internet of Things (IoT), è una tecnologia che permette a prodotti intelligenti di comunicare con Internet. Un dispositivo è spesso definito “intelligente” o “smart” quando è collegato a Internet. Questi dispositivi sono spesso anche chiamati “prodotti per la casa intelligente”.

È possibile per esempio “incaricare” al frigorifero di ordinare automaticamente il latte, oppure accendere il
forno dall’ufficio in modo che la cena sia pronta quando si arriva a casa. Senza dimenticare però che questi
dispositivi sono piccoli computer che possono essere violati, proprio come lo smartphone, il laptop o tablet”.

Il signor Bianchi ebbe un giorno la sfortuna di addormentarsi con il VR360 indosso, mentre il suo avatar nel Metaverso stava per acquistare un NFT. “All’interno di questo nuovo ecosistema virtuale, la proprietà degli asset digitali e le transazioni sono gestite attraverso tecnologie come la blockchain che abilitano gli NFT (Non Fungible Tokens). Gli NFT sono asset digitali crittografici registrati e trasferiti su blockchain, ma non intercambiabili tra loro: sono beni “unici” nel mondo digitale, che possono essere comprati e venduti come qualsiasi altra proprietà. Ogni NFT rappresenta un oggetto digitale unico che può essere acquistato o guadagnato da un utente del Metaverso e scambiato sul mercato”.

Malauguratamente in quei minuti di mancata interazione con il mondo virtuale, la sua identità digitale fu
hakerata da un dodicenne di Bangalore. Fu così che in breve tempo, al suo risveglio, si rese conto di aver
perduto tutti i capitali nel Metaverso, di non poter più beneficiare del reddito universale in quanto classificato come stupratore pedofilo, con debiti milionari e come potenziale diffusore della peste suina che in quegli anni aveva causato la quarta pandemia virale mondiale.

Gli furono immediatamente liberate sostanze medicinali nel corpo, attraverso le nanoparticelle presenti nel
suo sangue. Mentre lui agonizzava in preda a spasmi epilettici, il suo frigorifero interpretando i segnali
artefatti del suo microchip, ordinò prugne, susine secche e lassativi naturali.

William Mussini76 Posts

Creativo, autore, regista cinematografico e teatrale. Libertario responsabile e attivista del pensiero critico. Ha all'attivo un lungometraggio, numerosi cortometraggi premiati in festival Internazionali, diversi documentari inerenti problematiche storiche, sociali e di promozione culturale. Da sempre appassionato di filosofia, cinema e letteratura. Attualmente impegnato come regista nella società cinematografica e teatrale INCAS produzioni di Campobasso.

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