Ferragosto/ Quel rito di passaggio mai così anomalo

di Giuseppe Tabasso

Ferragosto è un antico rito di passaggio tra riposo e rinascita. Nella notte che lo precede si accendevano antichi fuochi come atto purificatore e di buon auspicio per iniziare una nuova vita, per cacciare via il male e per ritardare il freddo dell’inverno.

Questo anomalo Ferragosto 2022 rimarrà storico poiché mai la politica si era permessa di inquinarlo e renderlo così bisognoso di auspici. Bastavano pochi mesi per rispettare i tempi di una normale alternanza democratica, senza intrighi e ignominiosi tornaconti elettorali. Così l’italiano più stimato al mondo è stato defenestrato e dinanzi a un’Europa allibita Putin stappa champagne.

Tra sei settimane subentrerà l’autunno a una estate dei veleni e l’Italia sarà quella che riusciremo ad eleggere con una orrenda legge elettorale che premia solo chi più si coalizza.

Ci eravamo quasi preparati a contrapporci su due fronti, tipo Sovranisti vs Progressisti, EU integrata vs EU delle Patrie, Letta vs Meloni. Poi, Calenda fa la cattiva Azione di mandare tutto all’aria e fonda con Renzi il Terzo Polo (o terzo incomodo?). Senza parlare della fioritura di cespugli centristi, “moderati” ma di destra.

Se teniamo ben conto che molti, troppi elettori disertano il voto, che tanti decidono solo negli ultimi giorni, che la stragrande maggioranza s’informa solo attraverso reti TV spesso legate a forti conflitti d’interesse, si capisce che in questo momento davvero storico le decisioni vanno prese più di testa che di pancia.

Sarebbe dunque doveroso verso noi stessi e verso questo nostro grande Paese dedicargli un po’ di post Ferragosto per informarsi al meglio sui programmi, per distinguere tra promesse e sogni, tra proposte serie e specchietti ad personam.

La nota sondaggista Alessandra Ghisleri ci ricorda che “l’elettorato è molto più mobile di quanto si pensi e che in questa campagna elettorale non tutto è già deciso”.

Sarebbe dunque bello, civico nonché rassicurante per noi stessi spendere i prossimi cinquanta giorni a meditare e scoprire, non in modalità mainstream, dove e con chi collocare l’Italia del futuro.

Giuseppe Tabasso333 Posts

(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.

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