La moglie del cacciatore

Sono residente in un paesino del Molise, la mia casa non è in paese ma in campagna, nei pressi della mia casa ci sono campi coltivati e zone boschive.

L’arrivo dell’autunno coincide con l’apertura della stagione venatoria. Negli anni ho visto i mutamenti antropologici e comportamentali di quell’animale maschio che è il cacciatore. Con l’avvento dei fuoristrada e dei mezzi 4×4 ho notato una netta riduzione dei chilometri percorsi a piedi a favore di quelli percorsi su questi performanti mezzi di locomozione. In pratica avvistamenti e battute si svolgono dall’abitacolo delle jeep. Squadre di sudati uomini in mimetica sfrecciano su strade sterrate e fangose comunicando tra loro con walkie-talkie tra i latrati di cani chiusi in anguste gabbie a cassetta.

In famiglia siamo tutti contrari alla caccia, però negli anni abbiamo sempre (mal) sopportato questo circo così antico ma così incomprensibile al giorno d’oggi. Mi impressionò sentire spari di cacciatori, nell’autunno del 2002, mentre seguivo in tv le operazioni dei vigili del fuoco che cercavano di trovare superstiti della scuola di San Giuliano di Puglia.

Quest’anno, sarà l’influenza e l’ansia derivante dalla guerra in Ucraina, ho battibeccato e litigato con loro. Li ho visti in faccia e sono rimasto sconvolto da come somigliassero somaticamente ai militari ucraini e russi che vediamo in tv.

Arrabbiato, mi sono andato a leggere il Calendario e Regolamento Venatorio 2022-2023 della Regione Molise. Si tratta di una paraculata di dimensioni bibliche, perché tutto quanto viene disposto è assolutamente impossibile da attuare. E’ una teorica, ma inattuabile, manifestazione di intenti. Quando leggi delle specie cacciabili degli orari e dei divieti, pensi agli animali colpiti, feriti o semplicemente impauriti. Monta la rabbia per il senso di impotenza di non poter far niente per far finire questa barbarie.

E mi piace pensare alle mogli dei cacciatori che, mentre i mariti scorazzano con le jeep e schioppettano con i fucili, si lasciano andare a dolci e sfrenati adulteri.

Carmine Mastropaolo20 Posts

Carmine Mastropaolo, nato a Campobasso nel 1960. Frequenta la facoltà di Agraria di Portici e poi, dopo il terremoto del 1980, quella di Pisa. Ferroviere dal 1985, torna in Molise nel 1997. Segretario generale della Uil Trasporti Molise dal 2006. Collabora al mensile Il Bene Comune dal 2010, occupandosi di trasporti e ambiente.

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