La verità trionfa da sola, la menzogna ha sempre bisogno di complici

di William Mussini

Offro questo mio ennesimo contributo nella piena assunzione di responsabilità riguardo a quanto affermo, in ossequio alla libertà di espressione, in pieno rispetto delle vittime e in spregio ai carnefici, alla continua ricerca della verità dei fatti ed in previsione di un più ampio e sereno dibattito, pur non osservando alcuna paternalistica e ridicola raccomandazione di assumere paracetamolo e rimanere in vigile attesa.

Il 10 Ottobre scorso, durante l’audizione tenutasi al Parlamento europeo nell’ambito della commissione d’inchiesta istituita da Bruxelles per indagare sulla trattativa riservata per una partita di vaccini, in assenza per rinuncia del presidente ed amministratore delegato della multinazionale farmaceutica Pfizer Albert Bourla, arriva l’incredibile ammissione di Janine Small responsabile per i mercati internazionali della stessa: “Il vaccino anti Covid-19 Pfizer non è stato testato per fermare i contagi. Parole sue! Ripetiamo per chi non ha inteso bene: “Il vaccino anti Covid-19 Pfizer non è stato testato per fermare i contagi”.

“Il vaccino anti Covid Pfizer” aggiunge la dirigente: “non è stato testato per prevenire l’infezione anche perché nessuno ce lo ha chiesto e in ogni caso non c’era tempo”. Successivamente aggiunge, in risposta alla domanda  del suo interlocutore, l’eurodeputato Olandese Rob Roos: “…sai, dovevamo, dobbiamo davvero muoverci alla velocità della scienza per capire davvero cosa sta succedendo sul mercato”

Janine Small ha infine negato l’esistenza di uno scambio di sms fra Ursula von der Leyen e il suo capo Albert Bourla. Quelle comunicazioni sono ritenute dalla Commissione europea ascrivibili al negoziato messo in atto dalla Presidente von der Leyen con Pfizer per la fornitura di 900 milioni di dosi di vaccini, senza il coinvolgimento dei rappresentanti nazionali dei vari stati europei e gli esperti, più l’opzione mai attivata per altri 900 milioni di dosi. Tale negoziato ha portato ad un eccesso di vaccini nei paesi dell’Unione ed ad una conseguente campagna vaccinale caratterizzata da imposizioni, obblighi e discriminazioni inaudite.

L’Italia covidiana intanto, continua a mostrare la sua caratteristica peggiore, cioè quella della perseveranza diabolica, nel riproporre, anche in questi giorni, l’ennesima campagna vaccinale mediatica contro il virus di Wuhan e dintorni. Nonostante la notizia, “vaccinarsi non rende immuni dal contagio”, diffusa nel mese di Ottobre dall’Istituto superiore di sanità, in Italia si continua ad ignorare l’evidenza scientifica che afferma: “l’essersi sottoposti al ciclo vaccinale con tre dosi riduce di appena il 10% il rischio di contrarre l’infezione”.

Ce le ricordiamo le parole del 23 luglio 2021 in conferenza stampa (soliloquio) del nostro mirabolante presidente del consiglio Draghi? Esse furono estremamente dettagliate, scientificamente ineccepibili, autorevolmente impeccabili, categoriche e impegnative per tutti: “L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire, sostanzialmente. Non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire: non ti vaccini, ti ammali, contagi, qualcuno muore!” e sul lasciapassare discriminatorio aggiunse: “Il green pass non è un arbitrio, è una condizione per tenere aperte le attività economiche” ed è “una misura che dà serenità”.

In attesa di scuse, commissioni di inchiesta e processi che come da buona tradizione del bel Paese non vedremo mai, ribadiamo quanto di recente comunicato dell’Istituto Superiore di Sanità: “vaccinarsi non rende immuni dal contagio”, essersi sottoposti al ciclo vaccinale con tre dosi riduce di appena il 10% il rischio di contrarre l’infezione. La domanda è: allora perché l’obbligo? Perché green pass? Perché il no a cure alternative?

Gli accoliti dei colossi farmaceutici, in barba a studi, evidenze scientifiche che attestano l’inefficacia delle vaccinazioni nel fermare i contagi e nel rendere immuni la popolazione, continuano imbelli, dalle TV propagandistiche di Stato, a raccomandare la quarta dose per tutti, sfidando il buon senso, la logica e l’evidenza fattuale, noncuranti delle migliaia di segnalazioni di effetti avversi gravi, gravissimi ed esiziali causati dai vaccini.

Anche l’immancabile Professor Burioni, guru dei vaccinatori seriali scientocratici, esorta tutti a farsi iniettare il siero salvifico (con quattro vaccini in corpo e inspiegabilmente positivo al covid19) dal palco privilegiato della terza rete RAI, nonostante egli stesso ammetta, pochi secondi prima, che la quarta dose (comprese le tre precedenti) non aiuterebbe a fermare contagi ma soltanto a fornire una protezione in più per prevenire la malattia nella sua forma più grave: sempre secondo l’ISS i decessi attribuiti al Covid fra le persone non vaccinate sono 6,4 volte di più che fra chi si è inoculato i tre vaccini. Affermazione questa, tutta da dimostrare naturalmente, anche e soprattutto alla luce delle palesi smentite nei fatti riguardo alle precedenti e (secondo gli instancabili sostenitori dei vaccini) insindacabili certezze che giustificherebbero tutt’oggi l’obbligatorietà, gli strumenti deleteri come il green pass e varie numerose angherie correlate.

Sarebbe ora di abbandonare il velo oscurante della paura e spalancare gli occhi sulla verità! Ammesso che esista ancora qualche figliol prodigo che ammetta di aver sopravvalutato i pifferai della scienza in TV e di aver calunniato, denigrato, discriminato, leso, censurato e ridicolizzato con complice superficialità, chi invece criticava il modus operandi del governo, della stampa e di tutti coloro i quali hanno accettato acriticamente e supinamente gli ordini dall’alto.

“Una menzogna fa in tempo a compiere mezzo giro del mondo prima che la verità riesca a mettersi i pantaloni.” Sir Winston Churchill.

William Mussini76 Posts

Creativo, autore, regista cinematografico e teatrale. Libertario responsabile e attivista del pensiero critico. Ha all'attivo un lungometraggio, numerosi cortometraggi premiati in festival Internazionali, diversi documentari inerenti problematiche storiche, sociali e di promozione culturale. Da sempre appassionato di filosofia, cinema e letteratura. Attualmente impegnato come regista nella società cinematografica e teatrale INCAS produzioni di Campobasso.

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