I’ pe’mmé, tu pe’tté

A sfogliare un po’ di giornali e TG – tranne i meloniani – pare che in Sardegna le destre abbiano simulato una ridicola compattezza per paura di perdere. “E’ per far vedere che la maggioranza non è fragile come il pane carasau” dice ironico il deputato meloniano Salvatore Deidda a un giornalista del Foglio. Poi aggiunge: “Se succede io scappo nelle Filippine”.

In effetti il tessuto governativo è lacerato anche perché Salvini, l’uomo che avrebbe scambiato mezzo Putin con due Mattarella, ha fatto dichiarazioni filorusse diventate un caso per l’Europa che chiede “si faccia chiarezza sulle gravi affermazioni del leader leghista” e per palazzo Chigi costretto a smarcarsi dal suo imbarazzante vicepresidente-ministro, con le opposizioni che chiedono le sue dimissioni “per dignità” e “perché se non condanna Putin non può stare al Governo”.

Tutti sanno bene che la tattica elettorale di Salvini è quella di pestare puntualmente i piedi a Giorgia, mentre Tajani pratica la “strategia del porcospino”, cioè sfruttare le difficoltà del nemico smantellando tutto quello che afferma Salvini.

Il motivo è chiarissimo: alle elezioni Regionali il Capitano ha dovuto soccombere alla Meloni, ma per quelle europee vige il sistema proporzionale che, come canta Geolier, è esattamente un I’ pe’mmé, tu pe’tté.

Dunque Salvini si affida a Nord sulla possibile candidatura del generale Vannacci (lo spera pore Mosca che avrebbe così un amico a Bruxelles), mentre per la circoscrizione Sud, dove la Lega è in ribasso, la scommessa è sull’irriducibile eurodeputato Aldo Patriciello che – in anni così mutati da quando Salvini arrivò a uno strabiliante 34,3%.- si fa ancora etichettare come “mister 83 mila voti” e “ras delle preferenze”.

Auguri, ma con la crescente ostilità del meridione verso l’autonomia differenziata di marca leghista, chissà che fine farà il mercato delle preferenze.

Giuseppe Tabasso336 Posts

(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.

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