Per la cultura, siamo ridotti così…

Editoriale del numero di novembre 2015

Il sistema culturale della nostra regione è al centro di un radicale processo di trasformazione, di una riforma/non riforma subdola, strisciante, che ne ha sottratto il controllo della gestione ai cittadini e l’ha blindata nelle mani di pochissimi decisori e di alcuni fedelissimi (di questo i decisori sono convinti) loro servitori. In premessa, con forza, definitivamente, va sottolineato che il Molise è sguarnito ancora di una legge regionale che ne regolamenti, sostenga, ordini e indirizzi le attività culturali. Due anni fa, all’esordio del suo mandato, ne aveva promesso il varo repentino Nico Ioffredi, attuale Consigliere regionale delegato alla cultura; ma quel proposito si è avvizzito via via ed è rimasto lettera morta.

La Biblioteca provinciale “P. Albino” che svolge funzioni ed eroga servizi di rilievo nazionale a beneficio dell’intero territorio regionale, deperisce giorno dopo giorno per una stolida e miope sottrazione di risorse, di competenze e di personale, che avvilisce l’entusiasmo e la professionalità di chi vi opera decorosamente, nonostante l’incomprensibile e sorda latitanza della Regione Molise. L’Assessorato alla cultura nella nostra regione (c’andrebbe anche la maiuscola) è stato chiuso di fatto; svuotato di fondi e competenze, sopravvive per recitare la pantomima risaputa, logora e patetica della mancanza di fondi per finanziare un progetto qualsiasi, a prescindere dalla sua validità. E’ stato esautorato dalla Fondazione Molise Cultura, un soggetto di diritto privato ma finanziato esclusivamente dall’ente Regione, che l’ha concepito come un suo organismo strumentale, in house come si dice.

Questo, mentre ci rimbambiscono sulla dismissione delle partecipate e sulla necessità che il pubblico si riservi il compito della programmazione e del controllo, ma non abbia le mani in pasta nella gestione delle politiche territoriali. In ragione di questo principio sacrosanto la Regione è uscita dalla GAM o dallo Zuccherificio, dichiarando stentoreamente che l’ente pubblico non deve allevare polli o vendere zucchero; verrebbe da dire che non deve nemmeno fare teatro, organizzare concerti e mostre culturali, ma evidentemente su questo l’opinione di chi ci governa è differente; si ritiene all’altezza del compito. Nella Fondazione Molise Cultura è confluita, dopo il suo fallimento, anche la Fondazione Teatro Savoia della Provincia di Campobasso; non è rappresentato in essa il Comune capoluogo di regione dove è situato il teatro Savoia, la più importante e prestigiosa infrastruttura culturale della regione; non vi è rappresentato il Comune d’Isernia dove è stato costruito un Auditorium da 700 posti a sedere, che rappresenta la struttura più capiente della regione per gli spettacoli al chiuso; non vi sono rappresentati il comune d’Agnone col suo teatro italo-argentino, quello di Guglionesi col teatro Fulvio, Casacalenda col cinema teatro Kappa e quello di Termoli, il comune molisano che investe più di ogni altro in cultura e spettacolo, concentrando l’attività d’estate, a supporto della stagione turistica.

Nella governance della Fondazione Molise Cultura non è rappresentata l’Università del Molise, che è la più importante catalisi d’intelligenza, di studio e di ricerca al servizio della nostra comunità; non è rappresentato il Conservatorio “Perosi”, che potrebbe svolgere una funzione insostituibile e qualificata per la programmazione dell’attività musicale. Nella Fondazione Molise Cultura non sono rappresentati gli operatori e le loro decorose associazioni che irradiano sul territorio, capillarmente, un’attività riconosciuta e radicata che negli anni si è fatta mentalità e servizio per i cittadini, giovani innanzitutto, che ne beneficiano. La Fondazione Molise Cultura, con Frattura presidente della Regione, è retta da un Consiglio d’Amministrazione al femminile, presieduto da Antonella Presutti, affiancata da Mariolga Mogavero e da Gabriella Santoro; delle tre, solo la prima è freneticamente presente. Alla direzione dell’ente, attraverso un avviso criticabile fin dalla sua pubblicazione per come era stato concepito, scelto fra una rosa di sei candidati, Frattura ha inopinatamente ribadito Sandro Arco, insediatosi durante la presidenza Iorio, all’ombra della protezione di Pier Paolo Nagni e di quella davvero inaspettata di Antonella Presutti.

Si badi che nella governance della Fondazione il ruolo decisivo, a tempo pieno e lautamente retribuito, è quello del direttore, nelle mani del quale, di fatto monocraticamente, sono messe le sorti delle politiche culturali di questa nostra povera regione. Per dare uno scossone profondo a un quadro così avvilente e di basso profilo, bisogna innanzitutto pretendere una legge quadro per la cultura; occorre poi sciogliere la Fondazione Molise Cultura e costituire un distretto regionale, orizzontale e partecipato da tutti gli attori, pubblici e privati, che le politiche culturali le progettano e le gestiscono a livello territoriale. Intanto, nell’attesa “operativa” che ci separa da questa auspicabile palingenesi democratica per la cultura molisana, costituiremo una commissione tecnica che analizzi e valuti il bando emanato dalla Regione per la direzione della Fondazione Molise Cultura, il lavoro della commissione interna che ha stabilito l’idoneità dei candidati in base ai loro curricula e la congruità dell’assegnazione dell’incarico ad Arco.

E naturalmente daremo dettagliata informazione del suo lavoro ai nostri lettori.

Antonio Ruggieri75 Posts

Nato a Ferrazzano (CB) nel 1954. E’ giornalista professionista. Ha collaborato con la rete RAI del Molise. Ha coordinato la riedizione di “Viaggio in Molise” di Francesco Jovine, firmando la post—fazione dell’opera. Ha organizzato e diretto D.I.N.A. (digital is not analog), un festival internazionale dell’attivismo informatico che ha coinvolto le esperienze più interessanti dell’attivismo informatico internazionale (2002). Nel 2004, ha ideato e diretto un progetto che ha portato alla realizzazione della prima “radio on line” d’istituto; il progetto si è aggiudicato il primo premio del prestigioso concorso “centoscuole” indetto dalla Fondazione San Paolo di Torino. Ha ideato e diretto quattro edizioni dello SMOC (salone molisano della comunicazione), dal 2007 al 2011. Dal 2005 al 2009 ha diretto il quotidiano telematico Megachip.info fondato da Giulietto Chiesa. E’ stato Direttore responsabile di Cometa, trimestrale di critica della comunicazione (2009—2010). E’ Direttore responsabile del mensile culturale “il Bene Comune”, senza soluzione di continuità, dall’esordio della rivista (ottobre 2001) fino ad oggi. BIBLIOGRAFIA Il Male rosa, libro d’arte in serigrafia, (1980); Cafoni e galantuomini nel Molise fra brigantaggio e questione meridionale, edizioni Il Rinoceronte (1984); Molise contro Molise, Nocera editore (1997); I giovani e il capardozio, Nocera editore (2001).

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