A Isernia torna il cinguettio della primavera

Per essere la città più triste d’Italia – secondo la speciale classifica stilata dal Corriere della Sera basata sul tenore dei tweet – stavolta Isernia ha risposto alla grande.

Un migliaio di persone ha partecipato ieri sera alla fiaccolata indetta dal “Forum per la difesa della sanità pubblica” per contestare il piano sanitario di Frattura che penalizza le già martoriate strutture pubbliche con l’evidente fine di favorire quelle private.
Di certo non ci si può aspettare dagli abitanti della città pentra – ma lo stesso discorso vale per tutto il Molise, tant’è che al secondo posto della speciale classifica del Corsera troviamo il Capoluogo – grande ottimismo, considerando che negli ultimi venti anni, a causa di scellerate politiche clientelari e sudditanti rispetto ai grandi interessi di parte, i molisani si sono visti togliere la terra sotto ai piedi.

Il regno di Iorio, preceduto da un centrosinistra che non ha saputo approfittare di una congiuntura favorevolissima (in quegli anni era al governo della Regione, delle Provincie e della stragrande maggioranza dei comuni), pur di coltivare il proprio bacino elettorale, dopo aver intasato le principali unità produttive fino a renderle non competitive, ha usato il sistema sanitario a proprio piacimento determinando un debito superiore al mezzo miliardo di euro, un vero e proprio macigno sulla nostra regione, anche perché la spesa sanitaria vale circa l’80% di quella complessiva.
Il governo Frattura, da parte sua, invece di porre fine agli sprechi, ha redatto un piano che regala le rimanenti risorse alle strutture private, decretando la morte definitiva del sistema pubblico e dimostrando una diabolica perseveranza nella prassi oramai consolidata di usare i soldi pubblici e i beni comuni per fare arricchire i gruppi privati.

Contro questa deriva, ieri sera, quel che resta di una comunità sfaldata come il tessuto produttivo su cui poggia, ha testimoniato la propria presa di coscienza, nonché la volontà precisa di invertire la rotta a cominciare dall’impegno a salvaguardare l’universalità dell’accesso alle cure, un principio fondamentale per la tenuta democratica e civile della nostra comunità, che rischia tuttavia di giungere a consunzione se non saremo in grado di mettere insieme una grande massa critica contro questo governo senza, naturalmente, ammiccare a chi si è reso in precedenza responsabile di questo sfacelo e ora opportunisticamente fa finta di starne fuori.

Il nostro futuro comincia da qui. Dal grido di dolore che ieri si è alzato dal palco in p.zza Celestino V adiacente la Fontana Fraterna dove hanno parlato, a conclusione della manifestazione, due veterani della medicina pubblica come Italo Testa, primario storico del “Cardarelli”, e Dino Ricci, fondatore del “Veneziale”, e dal quale, il giovanissimo Lorenzo, rappresentante dell’Unione degli Studenti, ha rimarcato la necessità di affrontare il problema da un punto di vista politico generale, concependo il diritto alla salute, la salvaguardia dell’ambiente, la difesa del lavoro, il diritto all’istruzione, come rivendicazioni che devono necessariamente convergere in una lotta unitaria e durevole fino ad un cambio radicale di paradigma, condizione necessaria per una nuova umanità. Lo ha precisato anche Lucio Pastore nel suo intervento finale: la fiaccolata di Isernia è soltanto l’annuncio di una mobilitazione condotta paese per paese, quartiere per quartiere, fino a circondare il Palazzo della Giunta.

Affinché questi primi fiori che annunciano la primavera fungano da contagio per l’umore rinnovato di tutto il popolo molisano.

Paolo Di Lella100 Posts

Nato a Campobasso nel 1982. Ha studiato filosofia presso l'Università Cattolica di Milano. Appena tornato in Molise ha fondato, insieme ad altri collaboratori, il blog “Tratturi – Molise in movimento” con l'obiettivo di elaborare un’analisi complessiva dei vari problemi del Molise e di diffondere una maggiore consapevolezza delle loro connessioni. Dal 2015 è componente del Comitato scientifico di Glocale – Rivista molisana di storia e scienze sociali (rivista scientifica di 1a fascia), oltre che della segreteria di redazione. Dal 2013 è caporedattore de Il Bene Comune e coordinatore della redazione di IBC – Edizioni. È autore del volume “Sanità molisana. Caccia al tesoro pubblico”. È giornalista pubblicista dal 2014

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