Davide Urso a Campobasso presenta il suo libro, “Diario di un’odissea positiva”

di Virginia Serra

Non è la trama di un film: un viaggio in auto lungo 23 mila chilometri, da Madrid a Capo Nord, per poi arrivare a Lecce e ritornare a Madrid, passando per 21 nazioni con un budget limitato, è il racconto del travel blogger Davide Urso, autore del libro “Diario di un’odissea positiva”, presentato a Campobasso sabato 16 febbraio presso la bibliomediateca comunale di Via Roma (ex scuola D’Ovidio).

Il volume, edito da Libroventura, è scritto come un diario, molto dettagliato, con tanti suggerimenti per chi vuole intraprendere un viaggio simile, all’interno del quale Urso ha inserito dei codici QR abbinati a dei video, in ogni capitolo. “Le difficoltà sono la parte più divertente del viaggio, gioivo ad ogni esperienza bella ma anche brutta, in ogni caso avevo qualcosa da imparare”, ha raccontato lo scrittore salentino. “A volte ero triste, la mancanza di casa e le sue comodità si facevano sentire, ma il viaggio mi ha aiutato a crescere interiormente e a capire che non tutto è dovuto”.

Il giorno precedente, dopo l’incontro con gli studenti nelle scuole, accompagnato dalla direttrice artistica del progetto “Ti racconto un libro”, Brunella Santoli, l’autore ha incontrato i detenuti del carcere di Campobasso, presentando il suo libro e raccontando del suo viaggio per trasmettere loro un po’ di libertà spirituale. “Un detenuto durante la presentazione mi ha detto di aver passato il sabato e la domenica più belli della sua vita leggendo il libro, perché è riuscito a girare il mondo con la fantasia, nonostante la situazione”, ha detto l’autore. “Per due ore sono evasi mentalmente e quando sono tornato a casa ho pianto dall’emozione. Un’esperienza bellissima”, ha proseguito. “Viaggiare è uno stile di vita, ma l’emozione più bella del mondo è il ritorno a casa mia”, ha concluso Urso tra gli applausi.

Consiglio a chiunque di visitare il blog di Davide per guardare video, foto e racconti delle sue esperienze di viaggio. Materiali che invogliano i suoi visitatori ad intraprendere un’avventura senza pensarci troppo.

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