D’Alessandro: porterò al Comune la mia determinazione

di Paolo Di Lella

Intervista con Maria Domenica D’Alessandro

Non so se lei ha avuto percezione di questa diffusa disaffezione della gente verso la politica, che mi pare si sia manifestata anche nella difficoltà a chiudere le liste. Questo fenomeno ha riguardato anche il centrodestra?

Come per altre occasioni, la scelta dei candidati passa attraverso degli step, si fanno dei nomi, si passa a una valutazione e si verifica il consenso delle liste, anche civiche. Per quanto riguarda il centrodestra, in questa occasione, è venuto a mancare il consenso su una figura indicata dalla Lega prima di me. Io ritengo di non essere una persona calata dall’alto e la scelta del mio nome ha fatto convergere nel centrodestra le attuali cinque liste che ci sostengono. Non mi esprimo sulle scelte degli altri partiti che, probabilmente, hanno fatto valutazioni in ambiti diversi.

Come nasce la sua candidatura e qual è il suo retroterra culturale e politico?

Il primo dato è rappresentato dalla passione per la politica, perché sono stata un amministratore locale, anche se ho sempre lavorato dietro le quinte, senza espormi molto e senza cercare visibilità. Dal 2007 al 2012 sono stata Presidente del Consiglio comunale di Torella del Sannio, un comune con meno di mille abitanti. Ho fatto questa esperienza e per due anni ho partecipato anche a una consulta sul turismo, a Roma come delegato per Campobasso; c’era con me anche Marcovecchio (attuale sindaco di Agnone ndr) che era delegato per la Provincia di Isernia. Questi lavori sono durati due anni e si sono conclusi con la presentazione di un progetto di legge sul turismo. Inoltre, con Fratelli d’Italia sono stata candidata al Senato proporzionale, nelle scorse elezioni del 2018.

Quindi, culturalmente è quella la sua area…

Io mi definisco una donna di centrodestra e non vedo contraddizione con la scelta, fatta mesi fa, di aderire alla Lega, perché è una forza che è un po’ al confine con i temi valoriali di Fratelli d’Italia, solo che ha un modo più determinato nel portarli avanti, che corrisponde al mio carattere e al mio modo di affrontare, anche professionalmente, la vita.

Cosa pensa, invece, dell’esodo che c’è stato dal centrosinistra al centrodestra e, soprattutto, nella Lega? Penso a Tramontano e agli altri

Penso che non si tratti di una questione riguardante i partiti. Io non sono nessuno per giudicare le scelte politiche o la scelta delle persone di fare politica e non posso suggerire le linee programmatiche da seguire. Posso solo dire che non si tratta di un problema di partiti ma di programmi; bisogna fare una buona programmazione, perché la politica è uno strumento per risolvere i problemi della gente. Queste questioni non mi interessano. La linea programmatica politica la detto io e la programmazione è fatta di scelte; ci sono scelte politiche programmatiche che fanno il bene di una comunità. Per esempio, se si sceglie di costruire un’autostrada, questa è una scelta politica giusta perché crea collegamenti, sviluppo e benessere per la comunità; la scelta di realizzare la metropolitana leggera per me è una scelta programmatica politica sbagliata e con questo le do il senso di quello che per me è il discorso su questo punto. Quindi, bisogna sicuramente valorizzare l’esperienza e la competenza, fondamentali in politica.

Quali sono, secondo lei, le cose più odiose fatte dall’amministrazione uscente?

Mi permetto di rilevare un sentimento diffuso e mi permetto di parlare, non come candidato sindaco ma come cittadino, dicendo che ho notato una completa disattenzione verso le persone e l’assistenza continua e ordinaria della città. Bisogna ripartire dalle persone, dando attenzione a quei fenomeni di disagio diffuso, come la povertà; ci sono circa 130 famiglie entrate in stato di povertà e tante altre che vi stanno entrando. Poi, altre forme di disagio sociale, dunque, bisogna prestare massima attenzione alle persone diversamente abili, occupandosi anche di quei fenomeni che stanno divorando la nostra società, come la droga che colpisce soprattutto i giovani. Anche il territorio deve essere oggetto di attenzione, curando la città in un’ottica di decoro. Inoltre, bisogna pensare allo sviluppo per evitare, attraverso provvedimenti e investimenti che riguardino sia il piccolo commercio che le imprese, in primis le start up, che i giovani fuggano dal nostro territorio. Insomma, bisogna pensare allo sviluppo della città in tutti i suoi aspetti, come l’edilizia scolastica, riqualificando tutti gli edifici che ne hanno necessità. Dunque, questa è l’azione: prima le persone e, contemporaneamente, massima attenzione ai territori. Bisogna creare dei collegamenti per le nuove sfide che ci aspettano a livello europeo, perché non possiamo pensare di rimanere isolati. Quindi uno studio attento di questa nuova programmazione Europa 2020-2030, per coglierne tutte le opportunità e una riorganizzazione della macchina amministrativa del Comune, per poter sfruttare al meglio queste potenzialità ed evitare che fondi regionali, statali ed europei vadano perduti a causa della burocrazia.

Nel caso vincesse, si costituirebbe un asse con il Governo regionale. Lei ha parlato con Toma? Crede che in questo senso possa rappresentare un elemento di vantaggio per l’amministrazione di Campobasso?

Io amministrerò il comune, la nostra comunità. Quindi, valuterò i problemi presenti, cercherò le soluzioni, sviluppate anche nel nostro programma, che vadano bene per il nostro territorio. Naturalmente, accetteremo e prenderemo il supporto della Regione, dal Governo centrale, dall’Europa, ma sempre partendo dall’interesse della nostra comunità e dei suoi cittadini.

A un mese dal voto, quali sono le sue sensazioni?

Sono abituata, professionalmente, a lavorare senza farmi troppe domande sui pronostici. Non amo le polemiche e cerco di non cogliere neppure gli attacchi. Se dovessi essere attaccata, ascolterò, ma non perderò tempo per replicare. Questo è il mio atteggiamento di vita. Quindi, parlerò ai cittadini in tutti i numerosi incontri che ci saranno, programmati nei prossimi giorni e fino alla fine di questo bel viaggio, cercando di presentare le risposte, i risultati, per far capire la mia determinazione, perché solo con la determinazione si possono allentare le briglie di questo sistema che ci impedisce di riuscire ad attuare le soluzioni sul territorio, pur vedendole in lontananza. L’analisi dei problemi è stata fatta in maniera totale e non abbiamo bisogno di qualcuno che ce li elenchi. Il vero problema è che spesso le soluzioni, anche se individuate, non vengono attuate sul territorio per mancanza di determinazione.

Paolo Di Lella100 Posts

Nato a Campobasso nel 1982. Ha studiato filosofia presso l'Università Cattolica di Milano. Appena tornato in Molise ha fondato, insieme ad altri collaboratori, il blog “Tratturi – Molise in movimento” con l'obiettivo di elaborare un’analisi complessiva dei vari problemi del Molise e di diffondere una maggiore consapevolezza delle loro connessioni. Dal 2015 è componente del Comitato scientifico di Glocale – Rivista molisana di storia e scienze sociali (rivista scientifica di 1a fascia), oltre che della segreteria di redazione. Dal 2013 è caporedattore de Il Bene Comune e coordinatore della redazione di IBC – Edizioni. È autore del volume “Sanità molisana. Caccia al tesoro pubblico”. È giornalista pubblicista dal 2014

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