Ma si può?

Un commento all’azzeramento della Giunta regionale e al suo esordio “riveduto e corretto” del nostro Carmine Mastropaolo, responsabile regionale della UIL Trasporti

di Carmine Mastropaolo

Ho appreso dagli organi di stampa l’esito di queste strampalate manfrine di Palazzo, ancor più gravi perché perpetrate in tempi di pandemia, che hanno prodotto un nuovo assetto della Giunta regionale. Le mirabolanti novità riguardano l’assessorato ai trasporti e infrastrutture e quello all’agricoltura e all’ambiente.

Cresce lo sconcerto e le forti perplessità sull’effettivo risanamento di settori fondamentali per la nostra economia, fosse solo per le ripercussioni su quella voce tanto evocata e declamata che è il turismo. In pratica si torna alla partenza! in questo che può sembrare un gioco dell’oca e che in realtà sono delicati argomenti che riguardano centinaia di lavoratori e relative famiglie, diverse migliaia di pendolari e tutto il trascurato territorio molisano meritevole di ben altre attenzioni.

I “nostri eroi” si dividono impunemente e senza criterio poltrone e mandamenti. Riguardo all’assessorato all’agricoltura di cui Toma si è tenuto “l’ambiente”, non posso esprimermi in maniera compiuta perché non è quello di cui mi occupo per lavoro; dirò solo che sono molto preoccupato rispetto alle sorti del nascente Parco del Matese col buco in mezzo (Campitello).

Due parole sui trasporti toccati al governatore e sulle infrastrutture rimaste a Niro, invece voglio spenderle. Per i meno aggiornati sui problemi del trasporto pubblico molisano va segnalato che siamo in una fase storica che vede misurarsi tutti i soggetti in campo su partite di capitale importanza quali: il rinnovo del contratto di servizio con Trenitalia (2020-2033); il bando di gara per l’affidamento ad un gestore unico del servizio extraurbano su gomma; i lavori di modernizzazione ed elettrificazione della nostra vecchia rete ferroviaria ridotta ad un misero “rametto”; gli studi per la riapertura delle linee ferroviarie chiuse con troppa fretta (Campobasso-Termoli, Campobasso-Benevento e la nota Carpinone-Sulmona); la messa in esercizio di quell’opera incompiuta che è la “metropolitana leggera”; il rinnovo totale di tutto il parco mezzi sia su ferro che su strade con conseguenti e rilevanti investimenti; la riorganizzazione di un trasporto pubblico che finalmente preveda la collaborazione (e non la competizione) tra ferro e gomma; e ultimo, ma non per importanza visto che ci riguarderanno per parecchi mesi ancora, le misure sanitarie da adottare sul TPL molisano, (conseguenza del recepimento dei DPCM) che arrivano dal Ministero della Sanità e dal Ministero dei Trasporti da adottare in tempi di COVID-19.

Ebbene, con tutta questa carne al fuoco i nostri allegri amministratori, con un incompressibile colpo di mano, decidono che si “resetta” tutto, con conseguente ed innegabile perdita di tempo, risorse e pazienza delle parti. Ricordo, appena ieri l’assessore ai trasporti uscente, ignaro del destino che gli sarebbe toccato, annunciare con fierezza che il Molise era tra le quattro regioni pilota nel progetto di ripartenza. Immaginatevi cosa avrebbero potuto combinare se anziché capofila ci avessero considerati (come peraltro meritiamo, vista la sciatteria con cui abbiamo condotto per decenni il settore del trasporto pubblico) fanalino di coda…

Nonostante i riflettori puntati addosso, abbiamo offerto uno spettacolo di pura tradizione amministrativa molisana. Questa nostra mancanza di serietà rischia di essere il de profundis della nostra regione sempre meno abitata, in cui ignoranti ed ingordi carnefici perpetrano sfacciate porcherie tenendosi per mano e sostenendosi a vicenda. E’ facile prevedere che a pagare per questi capricci della classe dirigente molisana saranno gli ultimi, gli anelli più deboli (ma sicuramenti più seri e responsabili) di quella catena che è il TPL regionale; parlo dei lavoratori (peggio pagati d’Italia) e dei pendolari (fruitori del servizio più scadente d’Italia).

Da sindacalista e da ferroviere posso affermare che abbiamo dato la nostra collaborazione quando ci è stata chiesta, abbiamo mediato con i lavoratori stremati per i ritardati pagamenti degli stipendi, abbiamo dato il nostro contributo nel trovare soluzioni a problematiche che non avevano precedenti nella storia del Paese che mai si era cimentato con il distanziamento sociale, con l’igienizzazione, la sanificazione e con tutto quello che ha comportato la Fase 1 e sta comportando la Fase 2, abbiamo mostrato un senso di responsabilità sconosciuto ai nostri politici distratti e spensierati, ai nostri funzionari che non funzionano, ai nostri imprenditori avidi e con le casse perennemente vuote.

L’abominevole pastrocchio prodotto da questa classe politica ci vedrà (caso unico in Italia) discutere con Trenitalia, per il contratto di servizio, con il nostro assessore Niro e discutere con RFI, per l’elettrificazione, con il nostro governatore Toma; quando sarà il turno della metropolitana leggera Matrice-Boiano, ci saranno entrambi e (scenario possibile) ci può scappare che non saranno nemmeno d’accordo. Il testa-coda, il deragliamento, il corto circuito, sono dietro l’angolo, o meglio dietro ogni curva. Potremo addirittura schiantarci o affondare, visto che secondo i nostri statisti il Molise ha bisogno di navi, porti, aerei ed aeroporti.

La ridicolaggine, per colpa di questi dilettanti, è diventata la nostra cifra. Sono sicuro che in Ferrovie Italiane ridono di noi e non lo dico per spirito disfattista, lo deduco analizzando i fatti. Da rappresentante dei lavoratori sono ansioso di trattare con un soggetto o meglio con un animale politico (sembra si possa dire senza essere denunciato) che sicuramente ha un’agenda più piena e fitta di quello precedente, quindi mi toccherà restare con grinta sul pezzo per far restare sempre all’ordine del giorno la sofferenza dei soggetti più deboli.

Non tollererò chi cercherà di minimizzare o, peggio, trascurare le nostre sacrosante istanze di pendolari e lavoratori dei trasporti. Vanno fatti dei passi in avanti in questa che non è una semplice disputa tra maestranze e padroni, ma è una battaglia di civiltà tra chi vuole un Molise moderno ed efficiente e chi vuole difendere il proprio orticello lasciando che tutto resti com’è.

L’impegno che prendo con i lettori è che vi terrò aggiornati, anche se per fare l’irrimandabile salto di qualità c’è bisogno dell’impegno di tutti. Buon viaggio!

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