La scuola, quella buona davvero e il Cinema Teatro Ariston

Editoriale del numero di ottobre 2016

Il numero di ottobre de il Bene Comune, è poggiato su due argomenti/pilastro, il primo è la scuola, che consideriamo a seconda di due punti di vista: le infrastrutture e la didattica.
Riguardo alle prime, registriamo e condividiamo lo scoramento degli studenti e degli insegnanti chiamati, insieme ai genitori, a vigilare (purtroppo con risultati non sempre decisivi) affinché i nostri figli vadano a studiare all’interno di edifici che possano esibire, da parte delle autorità competenti, almeno il certificato di agibilità; insomma, meno del minimo sindacale per la sicurezza dei nostri ragazzi. Sotto il profilo della didattica, diamo conto dettagliato della posizione dell’Unione degli Studenti e della Federazione dei Lavoratori della Conoscenza della CGIL che bocciano senza appello la legge 107, la cosiddetta “buona scuola”, che ha determinato un clima di conflitto e di risentimento all’interno degli istituti, poggiando sul ruolo plenipotenziario del preside e fallendo anche sull’eliminazione del precariato del corpo docente, in quanto l’immissione in ruolo sbandierata, per troppi insegnanti comporterebbe trasferimenti da un capo all’altro della penisola, con conseguenze devastanti per la tranquillità e la coesione delle loro famiglie.

Sulla didattica però, diamo anche conto di una bella e stimolante iniziativa pensata e organizzata dal mensile aam Terra Nuova, intitolata “Tutta un’altra scuola”. Il progetto, alla sua seconda edizione, raccoglie e mette in rete le migliori esperienze indipendenti in atto in tutta Italia, che lavorano sulla pedagogia d’innovazione basata sull’educazione attiva degli allievi e sulla conoscenza, intesa come un processo orizzontale, collaborativo e vicendevole, fra tutti i membri della comunità discente. Il secondo argomento/pilastro di questo numero riguarda una vicenda che, anche un po’ pateticamente, rappresenta la metafora  dell’attrezzatura, del grado d’incisività e dell’orizzonte culturale, della nostra pubblica amministrazione.
Si tratta del cinema-teatro Ariston di Campobasso, chiuso da oltre un decennio e che adesso corre il rischio di essere abbattuto.

Già il 28 agosto 2011, con una lettera al quotidiano telematico Altromolise.it, Emilio Natarelli  sottolineava il valore architettonico dell’Ariston; torna adesso sull’argomento, nella rubrica che firma sul nostro giornale. Noi, più o meno un anno fa, sul numero di luglio 2015, con il titolo “Salviamo il teatro Ariston”, avevamo pubblicato gli interventi di Leonardo Bellotti, del direttivo della Fondazione dell’Ordine degli architetti della provincia di Campobasso e di Stefano Sabelli, fondatore e direttore artistico del Teatro del Loto di Ferrazzano. Insomma, non si può dire che per i nostri amministratori la questione sia stata un fulmine a ciel sereno. Da tempo la famiglia De Benedictis, proprietaria della struttura, lamentava di veder deperire il fabbricato, dovendo oltretutto farsi carico degli oneri amministrativi e fiscali di cui è gravato. Non le sarà parso vero perciò, che la GPE group le proponesse di acquistare l’immobile per realizzare nella sua area appartamenti, uffici e parcheggi.

A questo progetto si è opposto il Comune di Campobasso, fiancheggiato dalla Soprintendenza, la quale ha imposto il suo vincolo sul manufatto. Lo ha fatto però oltre il tempo massimo consentito, mentre il parere negativo del Comune al progetto della GPE Group è stato inficiato da vizi formali; così, lo scorso agosto, il TAR del Molise si è espresso, riabilitando il progetto immobiliarista che prevede l’abbattimento del cinema-teatro. L’Ariston non è solo un pezzo di storia dell’intero Molise, perché ha contribuito a formare l’immaginario di almeno due generazioni di nostri corregionali;  potrebbe essere un pezzo fondamentale anche per il futuro della nostra comunità che, se ne sarà capace, proprio sulla sfrangiata fisionomia di un progetto culturale condiviso, dovrà stabilire quello che vuole fare, con chi, e soprattutto in quanto tempo.

Quello che accade nel laboratorio incessante della cultura, in ogni sua articolazione, che lo sappiamo oppure no, rappresenta il codice e la qualità di quello che ci succederà. Di appartamenti, negozi e parcheggi per automobili che ci tolgono l’aria e lo spazio per esistere, non abbiamo bisogno, soprattutto nella centralissima e congestionata via Cardarelli. Avremmo bisogno di un Ariston ristrutturato, che diventasse un grande teatro regionale, affidato ai suoi bravissimi operatori e alla platea sempre meno “invisibile” dei suoi giovani. Questo, naturalmente, acquistando la struttura a un prezzo congruo dai proprietari, che non possono essere penalizzati dai ritardi e dall’insipienza della pubblica amministrazione.

Antonio Ruggieri75 Posts

Nato a Ferrazzano (CB) nel 1954. E’ giornalista professionista. Ha collaborato con la rete RAI del Molise. Ha coordinato la riedizione di “Viaggio in Molise” di Francesco Jovine, firmando la post—fazione dell’opera. Ha organizzato e diretto D.I.N.A. (digital is not analog), un festival internazionale dell’attivismo informatico che ha coinvolto le esperienze più interessanti dell’attivismo informatico internazionale (2002). Nel 2004, ha ideato e diretto un progetto che ha portato alla realizzazione della prima “radio on line” d’istituto; il progetto si è aggiudicato il primo premio del prestigioso concorso “centoscuole” indetto dalla Fondazione San Paolo di Torino. Ha ideato e diretto quattro edizioni dello SMOC (salone molisano della comunicazione), dal 2007 al 2011. Dal 2005 al 2009 ha diretto il quotidiano telematico Megachip.info fondato da Giulietto Chiesa. E’ stato Direttore responsabile di Cometa, trimestrale di critica della comunicazione (2009—2010). E’ Direttore responsabile del mensile culturale “il Bene Comune”, senza soluzione di continuità, dall’esordio della rivista (ottobre 2001) fino ad oggi. BIBLIOGRAFIA Il Male rosa, libro d’arte in serigrafia, (1980); Cafoni e galantuomini nel Molise fra brigantaggio e questione meridionale, edizioni Il Rinoceronte (1984); Molise contro Molise, Nocera editore (1997); I giovani e il capardozio, Nocera editore (2001).

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