Tutti “salvi” con Frattura

Il Consiglio regionale ha appena respinto, con 10 voti contro, 7 a favore e 4 astenuti, la mozione di sfiducia presentata dai consiglieri del M5S e sottoscritta dai Consiglieri di minoranza Iorio, Fusco Perrella, Sabusco e Cavaliere, nei confronti del presidente della Giunta Paolo di Laura Frattura, in seguito alla sentenza del tribunale di Bari che ha assolto Manuela Petescia e Fabio Papa dall’accusa di estorsione ai danni dello stesso Governatore.

Breve premessa. Quello che segue – per fortuna di chi legge – è un distillato di una discussione lunghissima, iniziata intorno alle 11, comprensiva di interventi surreali, novecenteschi, da azzeccagarbugli.

Al netto, dunque, delle dichiarazioni fuori luogo di certi consiglieri affatto preparati, se non a manifestare la propria fiducia incondizionata al presidente Frattura, due tesi, grossomodo, possono essere estrapolate dal dibattito appena terminato. I firmatari della mozione hanno denunciato essenzialmente tre eccezioni. Innanzitutto il fatto che il Consiglio sia stato trascinato a costituirsi parte civile nel processo, senza che nemmeno sia stata affrontata in Aula una discussione sull’argomento. Secondo, il fatto che nella vicenda sia stato coinvolto il capo dell’opposizione, Michele Iorio, indicato come il vertice di un’organizzazione criminale. Terzo, la perdita di credibilità da parte di Frattura, dopo che le sue dichiarazioni, come sottolineato nelle motivazioni dal Giudice Diella, sono state definite “inverosimili e contraddittorie” tanto da dimostrare “l’evidente assenza di uno spessore di credibilità”.

Dall’altra parte, invece, cioè tra i sostenitori di Frattura, l’argomento principe era costruito attorno all’idea che non ci fosse alcun collegamento tra la vicenda giudiziaria e l’operato politico del governo Frattura. Come se il fatto che Frattura abbia infamato la direttrice della principale emittente regionale (da noi spesso criticata con toni asprissimi per il suo modo “americano” di gestire l’informazione, in maniera cortigiana a favore dell’ex Governatore), nonché il suo principale oppositore politico, nonché il magistrato all’epoca titolare di un’indagine scomodissima per l’attuale presidente della Regione, non sia un fatto squisitamente politico. Come se, inoltre, fosse possibile una scissione, in un personaggio che ricopre un ruolo politico apicale, tra i provvedimenti emanati quando è in ufficio, e i comportamenti assunti quando è all’esterno, anche qualora gli stessi abbiano ripercussioni nell’economia di tutta una comunità. Una tesi alquanto bislacca, evidentemente.

Antonio Federico, intervenuto per primo nella discussione generale essendo il relatore della mozione, ha sottolineato il comportamento contraddittorio di Frattura che, da una parte, nel caso del processo di Bari, aveva fatto costituire il Consiglio “parte civile” senza che se ne discutesse minimamente, mentre, nel 2013, per il processo Termoli Jet, dove era imputato Michele Iorio, aveva fatto in modo che la costituzione dell’Assise in qualità di parte civile passasse attraverso una discussione ampia e approfondita in Consiglio, prima dell’approvazione della Delibera.

Michele Iorio, da animale politico di razza, ha espresso i contenuti maggiormente pregnanti dal punto di vista politico, esprimendo la propria perplessità sul fatto che Frattura si trovi nelle condizioni di serenità e lucidità necessarie per svolgere il suo ruolo, in cui la dialettica democratica dovrebbe costituire elemento imprescindibile, dopo che, in maniera del tutto spregiudicata, ha tentato di far fuori l’opposizione ricorrendo all’autorità giudiziaria, pur in assenza di elementi inconfutabili a suo favore.

La cosiddetta sinistra – da cui ci si aspetterebbe un po’ meno di sudditanza verso il potere – da Ciocca a Ioffredi, ha sostenuto addirittura una delle argomentazioni con cui lo stesso Frattura si era reso ridicolo commentando a caldo la sentenza di primo grado, e cioè che Diella, nel motivare la sentenza di assoluzione degli imputati, non aveva, di contro, sostenuto la calunniosità delle tesi accusatorie.
In realtà Diella aveva giustamente rimandato tale valutazione al titolare dell’azione penale, specificando, comunque, che già la sentenza di per sé conteneva “materiale di interesse”.

Molto più credibile e sul pezzo, invece, l’intervento di Scarabeo che ha il merito di aver rilevato l’aspetto più grave di questa vicenda: il fatto che Frattura abbia mentito al Giudice e ai molisani.

Che questo sia un fatto politico, cioè di interesse pubblico, a noi pare evidente. Anzi è pacifico per tutti, tranne per chi vuole mantenersi avvinghiato alla propria poltrona, a quanto pare.

Tra questi, i consiglieri di maggioranza Facciolla, Di Pietro, Nagni, Di Nunzio, Monaco, Lattanzio, Ioffredi, Ciocca, Cotugno, Micone e Parpiglia; mentre si sono astenuti Frattura, Niro, Sabusco (che aveva firmato la mozione) e il “compagno” Petraroia.

Paolo Di Lella100 Posts

Nato a Campobasso nel 1982. Ha studiato filosofia presso l'Università Cattolica di Milano. Appena tornato in Molise ha fondato, insieme ad altri collaboratori, il blog “Tratturi – Molise in movimento” con l'obiettivo di elaborare un’analisi complessiva dei vari problemi del Molise e di diffondere una maggiore consapevolezza delle loro connessioni. Dal 2015 è componente del Comitato scientifico di Glocale – Rivista molisana di storia e scienze sociali (rivista scientifica di 1a fascia), oltre che della segreteria di redazione. Dal 2013 è caporedattore de Il Bene Comune e coordinatore della redazione di IBC – Edizioni. È autore del volume “Sanità molisana. Caccia al tesoro pubblico”. È giornalista pubblicista dal 2014

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