Coronavirus e borghi molisani

di Umberto Berardo

La pandemia nella quale siamo ancora immersi ha avuto aspetti davvero problematici soprattutto per le famiglie che hanno vissuto la tragedia del decesso di propri cari, ma anche per il lungo isolamento di tutti nelle proprie case che ha determinato in tanti difficoltà psicologiche, sanitarie, culturali, educative e naturalmente economiche.

Questa epidemia ha avuto effetti rovinosi su tutto il tessuto umano e sociale della realtà molisana, ma ha provocato danni enormi nei piccoli borghi della regione dove, ad eccezione delle attività legate al settore della distribuzione dei prodotti per l’alimentazione, le altre sono rimaste chiuse per più di due mesi gettando nella disperazione molte famiglie che sono appena sopravvissute solo grazie all’aiuto dei bonus del “Cura Italia” e al sostegno della Protezione Civile, delle Caritas Diocesane e delle altre organizzazioni solidali.

Le difficoltà per molti ancora persistenti nelle comunicazioni telematiche hanno fatto il resto soprattutto sul sistema educativo. Sicuramente la gestione dei problemi di questa tragedia che ha colpito la popolazione del Molise poteva e doveva essere molto più razionale in termini di previsione dei fenomeni relativi, di organizzazione delle strutture e dei mezzi di contrasto al virus, ma anche di controllo dei comportamenti individuali e collettivi per far fronte al diffondersi del contagio.

Tornato il sereno e superato il momento di difficoltà, dovremo in ogni caso portare chi amministra la regione e le altre istituzioni locali a definire un’organizzazione adeguata della rete sanitaria, culturale, educativa, sociale, nonché dei servizi relativi al trasporto, ai sistemi di comunicazione mettendo finalmente in piedi un progetto di sviluppo del territorio che manca da anni perché le classi dirigenti sono parse da sempre unicamente orientate a rimediare, tra l’altro malamente, ai danni della disoccupazione crescente e galoppante.

Nonostante la bellezza del paesaggio e dei luoghi, la cordialità ospitale degli abitanti, la purezza dell’aria, l’interesse dei suoi siti archeologici come delle strutture religiose e la genuinità della gastronomia, i borghi da noi vivono tre stagioni su quattro in una sorta di deserto soprattutto umano per una popolazione che si riduce ogni anno di più. Nonostante le sollecitazioni più volte avanzate ormai da decenni, lo sconforto per l’assenza di politiche efficienti in tale direzione è grande; tuttavia occorre lavorare con sagacia a proposte di collaborazione fattiva per ridare vita a queste realtà.

Abbiamo pertanto tutti il dovere di dare risposte concrete ai problemi e indicare ipotesi di soluzione in linea con le vocazioni del territorio. Sulla situazione dei paesi delle aree interne abbiamo condotto per anni ricerche, analisi, studi; abbiamo cercato anche d’individuare prospettive con uno sviluppo delle capacità imprenditoriali soprattutto nel settore dell’agricoltura biologica di eccellenza, nella zootecnia, nell’economia della conoscenza ed ovviamente nel turismo.

La situazione pandemica che viviamo certamente scoraggerà quest’anno vacanze all’estero o in luoghi molto affollati. Nel Molise dovremmo cogliere al volo quest’occasione che sicuramente potrebbe indirizzare turisti in realtà tranquille in cui c’è grande possibilità di evitare quella che speriamo sia solo una coda della diffusione del virus e tenere le famiglie serene nella ricerca di relazioni sociali sicure dal punto di vista sanitario.

Il lavoro da fare allora è definire delle linee progettuali in grado di attirare turisti garantendo loro un’offerta interessante che possa indirizzarli verso i nostri borghi e far trascorrere loro qui non solo le vacanze di questa estate ma anche di quelle successive. In questa direzione auspichiamo che la regione Molise aumenti in modo consistente i contributi alle Pro Loco affinché esse possano strutturare programmi orientati ad una certa ricchezza di iniziative.

Da noi i paesi hanno spazi innumerevoli dentro e fuori dall’abitato che consentono di far ritrovare la popolazione in forme di condivisione di attività, ma tenendo comunque i singoli a distanza di sicurezza dagli altri. Discostandosi allora, sia pure in parte, dall’idea quasi univoca delle sagre, occorre immaginare manifestazioni in luoghi sicuri, quali possono essere prati e campi sportivi, ma organizzare anche percorsi a piedi regolamentati per visite a luoghi di grande interesse artistico, archeologico, paesaggistico e religioso.

Ovviamente il tutto va affidato nella gestione a soggetti in grado di realizzare con competenza tali progetti. Con la garanzia di sicurezza di cui abbiamo parlato un’idea da far avanzare è quella d’intrattenimenti di natura culturale, musicale, teatrale, cinematografica ed artistica per promuovere anche l’impegno dei molisani che si sono distinti o che stanno operando in tali settori.

Abbiamo in regione figure eccellenti di scrittori, poeti, registi, attori, musicisti, artisti, atleti, cantanti, giornalisti, giuristi con cui è possibile programmare spettacoli e convegni capaci anche di far crescere la cultura non solo fruendone, ma arricchendola con nuove forme di produzione. Ovviamente ci auguriamo che, con il contributo dell’intera popolazione dei paesi e con il sostegno economico della Regione e dei Comuni, i presidenti delle Pro Loco riescano a progettare iniziative in grado di riempire le giornate dei turisti con attività ricche e interessanti.

Speriamo anche che gli esponenti della cultura e delle arti sopra indicati diano risposte a chi li invita per sostenere la promozione del Molise ed essere solidali con le popolazioni dei nostri piccoli borghi che stanno vivendo un tempo di estrema difficoltà. Non devono mancare le rievocazioni delle tante tradizioni, dei costumi e degli idiomi locali purché si lavori con ricerca rigorosa su manifestazioni non improvvisate.
Ci sembra un modo per distaccarsi un po’ dalle abituali feste patronali con i soliti cliscé che forse incontrano ancora l’attenzione di alcuni, ma ormai sono vicini alla noia.

Da Duronia, un piccolo paese del Molise centrale, qualche iniziativa del genere è già cominciata da alcuni anni con “Nziembra a pazzià”, gare di giochi popolari per rioni e contrade, con il “Cammina Molise” e con iniziative di teatro popolare all’aperto e di cinema sotto le stelle grazie all’impegno di persone con una grande apertura mentale.

Anche a Bagnoli del Trigno, non solo si organizzano in estate eventi legati alla rievocazione di tradizioni popolari, ma nel 2019 con la collaborazione di diverse associazioni sono state programmate diverse conferenze nell’ambito del progetto “Fare cultura nelle aree interne”. I tempi per espandere queste ed altre idee per uno sviluppo turistico dei borghi molisani ci sono. Occorre solo promuovere incontri, confronti, proposte e lavorare poi per pubblicizzare ed attuare iniziative che riescano a suscitare interesse.

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