Larino. L’acqua è poca e la papera non galleggia!

di Anna Maria Di Pietro

Continuano i disagi per i cittadini frentani, che, dopo un mese, ricevono notizie contraddittorie e poco chiare riguardo all’emergenza idrica che imperversa nonostante il caldo torrido di questo mezzo luglio.

Nella giornata di ieri, il Sindaco ha diramato un’ordinanza urgente, con la quale si vieta l’utilizzo di acqua potabile per usi irrigui o non strettamente connessi agli usi civili, fatta eccezione per le attività commerciali e artigianali. Il fatto che nelle campagne molti utilizzano l’acqua proveniente dagli acquedotti comunali per usi non civili è storia vecchia e, forse, proprio per rafforzare il provvedimento, sarebbero opportuni controlli mirati, anche per redarguire chi, accanto all’orticello, ha creato “zone relax” dove trova refrigerio in questi giorni di canicola.

Insomma, non ci vuole molto a comprendere che chi non possiede un pozzo, usufruisce dell’acqua potabile per utilizzi diversi da quelli strettamente domestici! E, soprattutto, si controlli che i pozzi siano attivi! Mentre il Comune, in contatto con Molise Acque, invia ai cittadini messaggi a raffica, la situazione sta precipitando.

Le zone di campagna, poi, vivono i disagi maggiori; in Contrada Monti, per esempio, il flusso idrico non viene sempre ripristinato, con enormi difficoltà soprattutto per gli allevatori. Non si è pensato di inviare delle autobotti? Inoltre, domenica sono rimasti chiusi alcuni esercizi commerciali del Centro Storico, poiché non hanno potuto garantire neppure i servizi essenziali. Ma ci si rende conto del grave danno causato a queste attività? I cittadini sono stremati e se si lamentano, anche via social, vengono subito zittiti. Ma cosa dovrebbero fare? Forse un applauso a chi non risponde con tempestività alle loro richiese sacrosante? Una riflessione è d’uopo.

Cosa ha fatto l’Amministrazione per mostrare quantomeno vicinanza ai propri cittadini? Il Sindaco si è forse recato presso i vertici della Regione o di Molise Acque per difendere quello che rappresenta un bene primario? Qualcuno si è schiodato dalla poltrona per fare un’azione dimostrativa forte? Perché, per esempio, anche dopo un parere legale, non ha radunato i cittadini e ha detto loro di non pagare le bollette dell’acqua? Quali sono le notizie certe? Quando finirà l’emergenza? Tutte domande senza risposta.

Per di più, quasi ogni giorno si scoprono nuove falle nelle condutture, che potrebbero essere riparate in poco tempo, ma che rimangono lì a piangere acqua, con grosso spreco. Poi, come sempre accade, proprio a causa di informazioni poco trasparenti, si rincorrono notizie anche false, che contribuiscono a mettere in fibrillazione una situazione già difficile. Si dice con insistenza che l’acqua del Matese, nel momento in cui sarà distribuita, non basterà e quindi il problema non troverà una soluzione nemmeno dopo questo passaggio che è stato presentato come “epocale” e definitivo.

Far vivere un’intera popolazione nell’incertezza, negandogli un bene comune fondamentale, senza intervenire in maniera diretta, è un fatto gravissimo. Si è pensato agli anziani soli, ai disabili, che non sono nelle condizioni di far fronte all’emergenza? Si è pensato a chi, per ragioni economiche, non può istallare una cisterna per la riserva d’acqua. No, non si è pensato a niente e a nessuno! L’unica reazione è stata quella di fare arringhe via social per difendere la propria posizione istituzionale, lavandosene le mani, è proprio il caso di dire, e scaricando la responsabilità su Molise Acque. Quello che dispiace è che neppure questa volta si è fatto fronte comune; le associazioni lavorano ognuna per conto proprio.

C’è bisogno di un’azione collettiva e di intenti condivisi, di una battaglia a suon di striscioni per richiamare anche l’opinione pubblica regionale. Queste cose non devono trovare rassegnazione e, per una volta, qualcuno faccia mea culpa! Tutto questo, mentre l’Amministrazione parla di rilancio del territorio e, in virtù di questo, ha da poco concluso “La Mediterranea” con l’intento di promuovere i prodotti enogastronomici del posto e dell’intera regione.

Ma come fa ad aumentare il flusso dei turisti se la città non è in grado di garantire un servizio fondamentale come quello idrico?

Anna Maria Di Pietro90 Posts

Nata a Roma (Rm) nel 1973, studi classici, appassionata lettrice e book infuencer, si occupa di recensioni di libri e di interviste agli autori, soprattutto emergenti.

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