Larino: tempio della cremazione. Le perplessità dei cittadini

Il 26 0ttobre 2022, la Giunta comunale ha deliberato in merito alla proposta, arrivata in agosto, di una ditta della provincia di Salerno per l’ampliamento del cimitero comunale con la costruzione di un tempio della cremazione, cioè un forno crematorio, e di 744 loculi. Tutte le fasi, dalla progettazione alla realizzazione e poi alla successiva gestione sono a carico del proponente, per un investimento di oltre 4 milioni di euro. In sintesi, si tratta di una concessione del Comune di Larino della durata di 30 anni, in cambio di una somma che si aggira, complessivamente, intorno ai 300.000 euro, dunque, 10.000 euro all’anno. La notizia, però, è stata diffusa solo il 16 novembre scorso con la pubblicazione della relativa delibera sull’Albo pretorio, spiazzando la cittadinanza ignara del provvedimento e ancora una volta esclusa da importanti decisioni

di Anna Maria Di Pietro

Si tratterebbe del primo inceneritore in Molise, ed è proprio questo elemento di novità che ha innescato dubbi e paure per il futuro. Era già successo con l’incubatoio AIA e, ancora una volta, il sindaco, che nel caso specifico gioca un ruolo fondamentale poiché è la massima autorità sanitaria sul territorio, ha deciso, insieme a soli due assessori, vista l’assenza di due altri componenti la Giunta, di lasciare a Larino un’eredità senza condividerne la scelta con la popolazione. Sarebbe bastato un dibattito civico, un incontro pubblico o anche una discussione in Consiglio comunale per informare i cittadini della proposta, sentirne il parere e rispondere a eventuali domande, magari con il supporto di una figura specializzata in materia ambientale, fugando così ogni perplessità e facilitando la lettura degli innumerevoli allegati che corredano la deliberazione pubblicata sull’Albo pretorio.

Mancato questo fondamentale passaggio, i dubbi, che solo oggi vengono palesati, sono più che leciti, generati dal fatto che il cimitero è ubicato nei pressi del centro abitato, con la presenza, a monte e a valle, di case e terreni coltivati. Naturalmente, il timore è legato all’impatto ambientale, ai fumi prodotti durante la cremazione, che riguarderanno tutto il paese e non solo i residenti delle aree circostanti.

Tra l’altro, la partita, a livello normativo, si gioca su un terreno alquanto incerto, perché, come si può leggere da una recentissima sentenza del Consiglio di Stato, risalente al 3 gennaio 2022, la normativa nazionale, che disciplina i forni crematori sotto il profilo della tutela dell’ambiente e della salute pubblica, risale al 1934 e all’art. 338 afferma lo stretto legame tra territorio e impianto di cremazione, concetto confermato successivamente dall’art. 78 del DPR 285/1990.

Inoltre, facendo riferimento alla successiva Legge 130/2001 sulla programmazione regionale, che invitava le Regioni a elaborare piani di coordinamento per la realizzazione dei forni crematori da parte dei Comuni, non è stato poi emanato il Decreto interministeriale che avrebbe dovuto definire le norme tecniche per la realizzazione dei crematori, relativamente ai limiti di emissione, agli impianti e agli ambienti tecnologici, nonché ai materiali per la costruzione delle bare per la cremazione. Così, la maggior parte delle Regioni non ha predisposto nessun piano; relativamente al Molise, troviamo un’unica circolare regionale riguardante solo lo spargimento delle ceneri dopo la cremazione.

Insomma, un quadro normativo molto lacunoso. In virtù di questo, certo non si può pretendere che i cittadini non si interroghino sui rischi. È vero che il Comune offrirà un servizio e con la costruzione dei nuovi loculi risolverà l’annoso problema della scarsa disponibilità, ma è pur vero che una clausola stabilisce che, scaduta la concessione, i loculi invenduti dovranno essere acquistati dal Comune, anche se con uno sconto del 10% sulle somme stabilite.

Fermo restando che il cittadino ha il diritto di sapere cosa succede sul proprio territorio, la Pubblica Amministrazione non ha più solo il precipuo ruolo di erogare servizi, ma è sempre più il luogo in cui si attuano quei processi inclusivi che rimettono il cittadino al centro delle scelte politiche e amministrative. Solo in questo modo – del resto, ultimamente il Comune ha organizzato incontri pubblici per le Luminarie e il Carnevale Larinese – può essere garantita la piena democrazia.

Anna Maria Di Pietro90 Posts

Nata a Roma (Rm) nel 1973, studi classici, appassionata lettrice e book infuencer, si occupa di recensioni di libri e di interviste agli autori, soprattutto emergenti.

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