Larino ospita il 59° Europa Rally, ma esclude la cittadinanza e le attività produttive

Quest’anno è stato scelto il Molise, e in particolare Larino, per ospitare, presso il Polo fieristico, la prestigiosa manifestazione che vede il raduno di camperisti provenienti da tutta Europa. Una cinque giorni, dal 2 al 6 giugno, organizzata dal Camper Club Universo, coadiuvato da un comitato locale nato ad hoc e dal Comune frentano che ha finanziato l’evento per la “modica” cifra di 14.000 euro. Un ricco programma che prevede un tour delle bellezze paesaggistiche e archeologiche della città e delle località più attrattive del Molise. Iniziativa lodevole, animata dall’intenzione di imprimere negli ospiti europei un ricordo positivo di Larino e della nostra regione, ma che, invece, resterà impressa nella memoria di cittadini, commercianti e imprenditori locali come una grande beffa.

“[…] Per me e l’Amministrazione comunale di Larino è un onore conoscervi e farvi apprezzare le bellezze paesaggistiche e le tradizioni culturali e gastronomiche”. Così parlava il sindaco di Larino Giuseppe Puchetti a luglio dello scorso anno durante la conferenza stampa, tenutasi a Frosolone, annunciando il grande evento, alla presenza di Kees Splint, presidente dell’Europa Rally. In realtà, le cose hanno preso una piega diversa, perché il Comune di Larino, nonostante abbia speso una cifra considerevole – soldi pubblici, ricordiamolo – per allestire uno spazio utile al parcheggio dei camper con allaccio idrico ed elettrico, rendere accogliente l’interno del Polo fieristico, pagare gli spettacoli di intrattenimento, non ha messo la città al centro dell’evento, che non ha coinvolto la cittadinanza e nemmeno, a quanto pare, la stampa, visto che non abbiamo ricevuto nessun invito. Insomma, una sorta di iniziativa “privata”, ma pagata con le pubbliche casse. Inoltre, come da programma, gli ospiti potranno consumare, pagando 17 euro, colazione, pranzo e cena presso la struttura, in cui è stata realizzata una cucina gestita però da un agriturismo di Casacalenda.

Ancora più assurda è la vendita di prodotti tipici, quali pane, vino e olio, non di produttori larinesi, che ci hanno contattato per esprimere la loro indignazione. Pare sia stato coinvolto solo un oleificio che ha “regalato” ai partecipanti, come dono di benvenuto, bottiglie di olio. Eppure, Larino avrebbe fatto la sua bella figura esponendo le tante eccellenze enogastronomiche: dall’olio, al vino ai prodotti caseari di aziende, anche piccole, che hanno investito molto sul proprio territorio, resistendo alla crisi causata dalla pandemia. Pensate, neppure la Tintilia, orgoglio frentano, è potuta “entrare”! Il patrimonio culturale di un territorio non comprende solo le bellezze artistiche, ma anche l’enogastronomia con i vini e i piatti tipici che caratterizzano un luogo e che hanno il suo sapore.

Nei cinque giorni, per la somministrazione dei pasti si potevano coinvolgere a turno le tante strutture ricettive locali. Molti sono i ristoranti e gli agriturismi che si sarebbero attivati per offrire piatti della tradizione, segno ancora più forte dell’accoglienza calorosa di cui il popolo di Larino è capace. Oppure, non prevedendo nessun programma di ristorazione, gli ospiti avrebbero speso i loro soldi tra ristoranti e attività commerciali. Larino, invece, è solo il contenitore di una manifestazione “blindata” che sposta altrove l’indotto economico. Non si poteva, per esempio, organizzare un piccolo laboratorio in cui le esperte mani delle “artiste larinesi” avrebbero realizzato i fiori di San Pardo? La festa, del resto, è stata candidata a patrimonio dell’UNESCO! E la difesa del primo cittadino è flebile quando, dopo i numerosi attacchi via social, arrivati da produttori e semplici cittadini animati da buonsenso, afferma che l’Amministrazione non ha preso parte all’organizzazione fattiva, dunque, la scelta del ristoratore e dei prodotti da esporre gli è stata imposta e se non avesse accettato, l’evento si sarebbe svolto a Campomarino. In definitiva, il sindaco ha speso 14.000 euro, ma non ha avuto nessun potere decisionale. Poteva imporsi e, valutando attentamente costi e benefici, forse avrebbe potuto anche rinunciare a una manifestazione che alla città che lo ha eletto non darà nessun vantaggio! Larino, anche se non avesse accolto l’evento, sarebbe stata comunque una delle mete del programma per le sue bellezze paesaggistiche e artistiche, e avrebbe ottenuto la stessa visibilità a costo zero! Ci si augura che l’Amministrazione penserà almeno a un mini tour nelle aziende locali, oltre che tra i monumenti che, ricordiamolo, andrebbero valorizzati sempre e non solo per le “grandi” occasioni. A un anno dalle elezioni regionali e comunali, forse il sindaco si è fatto qualche amico fuori, ma si è messo contro un’intera comunità, la sua! E tutto nel silenzio di consiglieri e assessori di maggioranza che hanno avallato la decisione.

Anna Maria Di Pietro90 Posts

Nata a Roma (Rm) nel 1973, studi classici, appassionata lettrice e book infuencer, si occupa di recensioni di libri e di interviste agli autori, soprattutto emergenti.

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