Michele Di Cillo nel nuovo film di INCAS

di Francesco Montano

Michele Di Cillo è il soldato al fronte, protagonista del film “La pace non è uno Stato Naturale” di William Mussini

Parlaci del tuo ruolo nel film
Il mio ruolo nel film “La pace non è uno Stato naturale” mi ha permesso di confrontarmi con la parte più profonda della mia emotività. Sono un militare italiano durante la campagna di Russia, costretto a lasciare la propria famiglia, la moglie incinta e il suo paese per seguire l’ideologia del regime. Un uomo che non si sente un eroe, ma che parte per l’Unione Sovietica con la consapevolezza di dover compiere il suo dovere nei confronti della Patria, senza farsi troppe domande

Quale la parte più difficile del tuo ruolo?
Un ruolo così complesso come il personaggio che ho interpretato, devo dire, ha diversi livelli di difficoltà: dal punto di vista emotivo, interpretatitivo ed anche fisico.
Emotivamente è stato impegnativo entrare nella psicologia di un militare ai tempi della campagna di Russia: capirne i pensieri, le paure, le ambizioni; come interpretazione ho avuto un grande sostegno da parte del regista, William Mussini, ma anche della mia compagna di avventura, la bravissima attrice Maria Teresa Spina; fisicamente la parte più difficile è stata girare nella neve: un gran freddo, con la divisa originale dell’esercito italiano degli anni 40. Posso solo immaginare quali sofferenze abbiano patito i giovani costretti a camminare per chilometri e chilometri nella steppa russa.

Se dovessi presentare in poche parole “la Pace non è uno Stato Natura”, come lo racconteresti?

Direi che è un film che conduce lo spettatore nella psicologia dei personaggi: la sofferenza di chi è al fronte arriva a chi guarda il film e fa riflettere sulla tragedia della guerra, voluta dai potenti, ma vissuta soprattutto dagli umili.

A chi consiglieresti la visione di questo film?
Beh, sono di parte: lo consiglierei a tutti… ma direi che è molto indicato per i più giovani, per i ragazzi delle scuole, per esempio: le nuove generazioni dovrebbero essere formate nell’idea di promuovere la pace e la non belligeranza, anche nel quotidiano, e perché questo accada, devono necessariamente conoscere le atrocità della guerra!

Francesco Montano191 Posts

Nato a Campobasso nel 1984, laurea in Antropologia Culturale alla Sapienza. Collaboratore dal 2015. Ricerche a Lima, Roma e Campobasso. Pubblicazione relativa alla ricerca a Roma per la prevenzione e lo studio dei fenomeni di aggressività e bullismo: “la visione dei mondi nell’infanzia: rappresentazioni sociali bambine correlate alla costruzione della salute”; dal titolo: Narrazioni dall’infanzia su salute, corpo e amicizia. Ricerche etnografiche in tre scuole romane. Progetto realizzato grazie al contributo economico dell’istituto Montecelio, agenzia regionale per la comunicazione e la formazione; pubblicato a Roma nel 2009. Presentazione relativa alla ricerca a Lima: “Ananias: lotta all’abbandono scolastico mediante un programma di diagnosi e rieducazione per bambini/e con problemi di apprendimento”, realizzato dal CIES, in collaborazione con l’associazione peruviana Amigos de Villa, dipartimento di storia, culture, religioni – università degli studi di Roma “La Sapienza” e cofinanziato dal ministero Affari Esteri – DGCS e dalla regione Lazio. Roma 2012.

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