Lega M5S e PD varano la secessione. E nessuno ne parla!!!

Riceviamo e volentieri pubblichiamo dalla Casa del Popolo di Campobasso, con una piccola obiezione riguardo al passaggio in cui si sostiene che la riforma stia passando nel silenzio generale: la nostra rivista si è occupata del tema regionalismo da tempi non sospetti. Abbiamo dedicato all’argomento un numero monotematico della nostra rivista scientifica trimestrale Glocale, intitolato non a caso “Questione regionale”. Sul nostro sito, riferendoci solo alle ultime settimane, abbiamo pubblicato un ampio report del convegno tenutosi a Campobasso a cui hanno partecipato Gianfranco Viesti dell’Università di Bari e Luca Bianchi Direttore dello Svimez. Senza contare che nel numero di febbraio pubblichiamo l’intervento integrale di Gianfranco Viesti e vi dedichiamo anche la copertina.

di Casa del Popolo Campobasso

Il prossimo venerdì 15 febbraio il governò firmerà l’intesa per l’autonomia differenziata di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Si tratta di una richiesta di devoluzione pressoché totale, una secessione mascherata da autonomia.

Nessun giornale, nessuna radio, nessuna trasmissione televisiva nazionale ne ha approfondito la portata, tecnica e politica. Difficile farlo, del resto, anche perché l’intesa siglata fra la ministra per gli Affari Regionali e le Autonomie, la leghista Erika Stefani, e i governatori di Lombardia, Veneto ed Emilia, è tutt’ora segreta. Una volta firmata dal governo, questa proposta dovrà passare in parlamento. Non potrà però essere discussa: solo approvata o respinta, a maggioranza assoluta. Se passerà, non potrà più essere modificata in alcun modo, neppure attraverso referendum abrogativo, per dieci anni.

La ministra Erika Stefani parla di vera e propria rivoluzione. E ha ragione. La Lega sta per riuscire ad ottenere l’obiettivo per cui è nata: separare il Nord dal resto d’Italia. Una volta varata l’autonomia differenziata l’universalità dei diritti viene definitivamente soppressa e trasformati in beni a cui possono accedere solo i cittadini residenti di alcune regioni del paese e a seconda del reddito. Il tutto in aperta violazione dei principi di uguaglianza scolpiti nella Costituzione. In questo quadro vi sarebbe una ricaduta negativa prioritariamente sulle regioni del Sud e sugli abitanti non ricchi di tutt’ Italia con la progressiva privatizzazione dei servizi.

Il Mezzogiorno viene condannato a essere privo di pari riconoscimento della cittadinanza, con ancor maggiore desertificazione degli investimenti e sempre più debole economia. L’autonomia regionale differenziata negherebbe così la solidarietà nazionale, la coesione e i diritti uguali per tutte/i che garantiscono l’unità giuridica ed economica del paese.

Forse la lunghissima transizione italiana è arrivata al suo compimento. In silenzio, e di nascosto, il 15 febbraio 2019 Lega, M5S e Pd scrivono una data storica. La data in cui uno Stato, l’Italia, muore. Di fronte a tutto questo non possiamo rimare in silenzio.  facciamo appello a tutte le realtà sociali presenti sul nostro territorio affinché si possa costruire una opposizione e una lotta politica e sociale in difesa dell’universalità dei diritti.

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