A Campobasso la presentazione del volume dedicato a Gaetano Scardocchia

Il ricordo di un maestro di giornalismo, tra emozioni e aneddoti, al centro dell’incontro che si è tenuto ieri 23 maggio 2025 nella sala consiliare di palazzo San Giorgio
La presentazione del libro “Gaetano Scardocchia. La grande lezione di un maestro di giornalismo”, scritto da Giuseppe Tabasso ed edito da IBC Edizioni per la collana HUMUS, è stata l’occasione per ricordare tra forti emozioni e aneddoti uno dei più importanti giornalisti italiani di fine secolo. Attraverso le parole della figlia Susi, affidate a una lettera letta da Isabella Astorri che ha moderato l’incontro, il ricordo di un padre con una forte integrità professionale che più volte è stata rimarcata durante la serata anche dai relatori.
In particolare Norberto Lombardi, storico dell’emigrazione, durante il suo intervento, emozionato per la presenza di Tabasso quasi centenario tornato a Campobasso, ha evidenziato come il volume che ricorda il maestro di giornalismo, figlio del Molise e figlio di Campobasso “trasuda bellezza e intelligenza da ogni riga”. E poi un elogio alla scrittura dell’autore che con “estrema cura – ha detto Lombardi – ha utilizzato un tratto indelebile per le cose che ci ha messo tra le mani”. Una scrittura che concede qualcosa in più alla creatività e all’eleganza rispetto a quella di Scardocchia che invece è limpida e comunicativa.
Nel suo intervento poi Norberto Lombardi ha sottolineato come il libro ricorda anche la vita politica e civile dell’Italia in cui si vanno a inserire la scrittura e il lavoro di reporter di Scardocchia e quei valori fondamentali che il giornalista ha assunto nella sua formazione molisana. Una formazione che ha assorbito in quei luoghi di cultura come la Biblioteca Albino di Campobasso. Una cultura che è diventata parte integrante della sua umanità e del suo lavoro che “era anche un’apertura verso altri orizzonti”, perché ha sottolineato Lombardi “la cosa più significativa di Scardocchia era la capacità di allargare gli orizzonti”.
Rossano Pazzagli, docente dell’Università degli Studi del Molise e direttore della collana HUMUS, ha parlato del forte legame di Scardocchia con il Molise e con il mondo. Un aspetto che si evidenzia molto bene nel libro di Tabasso. “Un libro – ha detto Pazzagli – che deve dare coraggio a questa terra (il Molise ndr) perchè Scardocchia mostra che qui nascono personaggi importanti come lo è stato lui, figlio di Campobasso e del Molise”. Evidenziando inoltre come il reporter molisano concepiva il mestiere di giornalista come cardine di una società molisana che lui stesso esercitava con rigore.
Il docente Unimol ha poi sottolineato come Scardocchia era il fautore “del giornalismo dell’andare a vedere” e di come, oltre a essere stato un maestro di giornalismo, è stato anche maestro di un impegno civile espresso attraverso il proprio lavoro. E tutto questo si legge bene nel libro di Tabasso che come ha sottolineato Pazzagli “è pieno di riflessioni con spunti per guardare al futuro”.
Prendendo la parola Giuseppe Tabasso autore del libro, emozionato e felice di essere tornato a Campobasso, ha ricordato la sua ricerca per continuare a conoscere il suo amico e collega Gaetano Scardocchia. Ha raccontato, anche con ironia, piccoli e semplici episodi per far capire chi è stato il grande maestro di giornalismo di cui ha parlato nel suo volume anche attraverso importanti testimonianze e riportando articoli che secondo Tabasso dovrebbero essere letti nelle scuole. Perché Scardocchia credeva nei giovani e amava che essi avessero spazio nel mondo.
Invitando a leggere il libro dedicato a Scardocchia, Giuseppe Tabasso ha salutato con una promessa, quella di tornare il prossimo anno a Campobasso nella ricorrenza dei 100 anni del Teatro Savoia e per festeggiare il suo centenario.
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